15 Ottobre 2024
ERP – Software gestionali cosa sono e perché è l’ora di implementarli
Nel panorama attuale della digitalizzazione, i software gestionali ERP (Enterprise Resource Planning) stanno diventando strumenti essenziali per la gestione aziendale. Eppure, nonostante la loro importanza, molte piccole e medie imprese (PMI) in Italia sono ancora riluttanti ad adottarli.
In questo articolo spiegheremo cos’è un software gestionale, perché è fondamentale implementarlo, e analizzeremo i dati recenti che evidenziano la necessità di un’accelerazione nella digitalizzazione delle PMI.
Cosa sono i software gestionali ERP?
I software gestionali ERP sono sistemi integrati che permettono di gestire tutti i processi aziendali da un’unica piattaforma.
Questi sistemi coprono diverse aree operative, tra cui contabilità, risorse umane, vendite, acquisti, gestione della produzione, logistica e molto altro.
La loro implementazione consente una gestione più fluida ed efficiente delle risorse aziendali, una migliore condivisione delle informazioni e una maggiore capacità di prendere decisioni basate sui dati.
Perché implementare un ERP è essenziale
L’implementazione di un sistema ERP offre numerosi vantaggi alle imprese, tra cui:
- Miglioramento dell’efficienza operativa: automatizzando i processi manuali e integrando le varie funzioni aziendali, un ERP riduce gli errori e aumenta la produttività.
- Decisioni basate sui dati: forniscono una visione d’insieme delle operazioni aziendali, permettendo ai manager di prendere decisioni informate.
- Conformità e sicurezza: aiutano le aziende a mantenere la conformità con le normative locali e internazionali, garantendo al contempo la sicurezza dei dati aziendali.
- Scalabilità: man mano che l’azienda cresce, un ERP può facilmente adattarsi alle nuove esigenze senza richiedere una completa revisione dei sistemi.
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Digitalizzazione in Italia ancora in ritardo
Entriamo ora in merito al livello di digitalizzazione in Italia. Secondo i dati più recenti del 2023, circa il 47,9% delle PMI italiane utilizza almeno un software gestionale ma solo il 13,6% condivide i dati con i fornitori o con i clienti, un dato inferiore rispetto alla media UE del 23,5%.
Questo evidenzia un ritardo significativo delle PMI italiane rispetto ai concorrenti europei, che potrebbe penalizzare la competitività delle nostre imprese nel medio-lungo termine.
Un altro dato significativo ci viene dato dal Digital Intensity Index (DII), che misura il livello di digitalizzazione delle imprese. Per quel che ci riguarda il DII mostra che solo il 60,7% delle PMI italiane adotta almeno 4 attività digitali su 12, il che rappresenta un livello di digitalizzazione di base e solo il 21,3% delle PMI raggiunge un livello elevato.
Digital Intensity Index (DII): risultati in Italia
Come abbiamo scritto in precedenza, il Digital Intensity Index (DII) valuta la digitalizzazione aziendale attraverso 12 indicatori.
Questi indicatori sono:
- Accesso a Internet da parte degli addetti: percentuale di addetti che hanno accesso a Internet per scopi lavorativi.
- Utilizzo di tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA): percentuale di imprese che utilizzano almeno una delle tecnologie di IA.
- Velocità di banda larga fissa: percentuale di imprese che utilizzano una connessione a banda larga con velocità di download di almeno 30 Mbit/s.
- Analisi dei dati: percentuale di imprese che eseguono analisi dei dati internamente o tramite fornitori esterni.
- Acquisto di servizi di cloud computing: percentuale di imprese che acquistano servizi di cloud computing.
- Acquisto di servizi di cloud computing sofisticati o intermedi: percentuale di imprese che acquistano servizi di cloud computing più avanzati.
- Utilizzo di software ERP (Enterprise Resource Planning): percentuale di imprese che utilizzano software ERP per la gestione delle risorse aziendali.
- Utilizzo di software CRM (Customer Relationship Management): percentuale di imprese che utilizzano software CRM per la gestione delle relazioni con i clienti.
- Utilizzo di social media: percentuale di imprese che utilizzano almeno un social media per le loro attività.
- Utilizzo di almeno due social media: percentuale di imprese che utilizzano almeno due piattaforme di social media.
- Valore delle vendite online: percentuale delle vendite online rispetto al fatturato totale delle imprese.
- Vendite web: percentuale di ricavi totali generati dalle vendite online che provengono da vendite B2C (business to consumer) superiori al 10% del totale.
Nel 2023, le PMI italiane (10-249 addetti) mostrano significativi ritardi rispetto alle grandi imprese, soprattutto in attività complesse come l’analisi dei dati (25,7% PMI vs 74,1% grandi) e l’uso di software gestionali ERP e CRM (41,4% PMI vs 85,0% grandi).
Solo il 60,7% delle PMI ha un livello base di digitalizzazione, e appena il 21,3% raggiunge livelli alti.
Gli indicatori di connessione a Internet e l’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale sono più diffusi nei settori dell’informazione, dell’energia e delle professioni tecniche. Altri settori, come commercio e ristorazione, si concentrano sui social media e vendite online.
Le meno digitalizzate sono le PMI nel 2023
I dati quindi sembrano confermare che l’introduzione delle tecnologie digitali varia significativamente in base alla dimensione delle imprese.
Nel 2023, le combinazioni più comuni delle 12 attività del Digital Intensity Index (DII) mostrano che le PMI (10-249 addetti) tendono a digitalizzarsi principalmente attraverso:
– l’uso di Internet
– il cloud computing
– i social media
Circa un quarto delle PMI digitalizzate, almeno a livello “di base”, si limita a queste tre tecnologie, senza quindi adottare software gestionali (ERP e CRM) o tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale o l’analisi dei dati.
Per le grandi imprese (250 addetti e oltre), invece, la digitalizzazione è più complessa, includendo tipicamente una combinazione di almeno nove tecnologie, tra cui la connessione a Internet, l’uso di cloud computing avanzato, software gestionali, social media e l’analisi dei dati.
È interessante notare che l’adozione di software gestionali tra le PMI non rientra tra le cinque combinazioni più frequenti, contrariamente alle grandi imprese, dove questi strumenti sono più diffusi.
Inoltre, le attività di vendita online e via web sono comuni solo tra le imprese più grandi, mentre il cloud computing avanzato viene adottato anche dalle PMI, sebbene in misura minore.
Infine, tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati sono presenti nelle PMI solo se queste hanno già implementato altre tecnologie di base, suggerendo che queste innovazioni sono più comuni nelle aziende con un alto livello di digitalizzazione.
Diffusione dell’ERP in Italia
Circa la metà delle imprese con almeno 10 addetti (48,7%) utilizza almeno un software aziendale tra quelli volti alla pianificazione delle risorse aziendali (ERP), alla gestione delle informazioni sui clienti (CRM-Customer relationship management) oppure quelli di Business Intelligence (BI) utilizzati ad esempio per analizzare i dati per decisioni e pianificazioni strategiche.
Fonte: ISTAT
Tra queste oltre la metà (53,6%) dichiara di aver effettuato nell’anno precedente acquisti legati a tali software gestionali e il 60,0% che i dati utilizzati sono memorizzati in database relazionali. Il software più implementato dalle imprese è l’ERP (42,2% delle imprese) seguito dall’utilizzo di CRM (19,2%) e dal software BI (14,3%).
Tuttavia, solo il 14,3% delle imprese condivide i propri dati elettronicamente con fornitori o clienti all’interno della catena di approvvigionamento.
Inoltre, il 24,9% delle aziende effettua analisi dei dati internamente o tramite altre imprese del gruppo, mentre solo il 4,6% si affida a organizzazioni esterne per questo compito. Le fonti di dati più comuni provengono dalle vendite (14,8%) e dai clienti (11,2%), spesso attraverso sistemi ERP o CRM.
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